Ogni 24 luglio, nello Utah e tra le comunità mormoni di tutto il mondo, si celebra il Pioneer Day: una ricorrenza che unisce fede, storia e spirito di sacrificio. Ma cosa rende questa data ancora così viva, quasi due secoli dopo quei primi passi nella Valle del Lago Salato?

Un giorno per ricordare: le radici del Pioneer Day

Il Pioneer Day nasce per commemorare un momento cruciale nella storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni: l’arrivo, nel 1847, di Brigham Young e del primo gruppo di pionieri nella desolata ma promettente Valle del Lago Salato, futuro cuore pulsante dello Utah.

Non fu solo l’inizio di un nuovo insediamento. Per i Santi degli Ultimi Giorni (come sono spesso chiamati i membri della Chiesa), fu la realizzazione concreta di una “terra promessa” cercata attraverso persecuzioni, sofferenze e profonda fiducia nella guida divina.

Verso l’Ovest: quando la fede superò la paura

Pionieri Mormoni

Negli anni ’40 dell’Ottocento, i Santi degli Ultimi Giorni vissero un crescendo di ostilità in Missouri e Illinois. Dopo violenze, minacce legali e l’assassinio del profeta Joseph Smith, nel 1844, la comunità fu costretta a cercare rifugio altrove.

Le Montagne Rocciose non erano una scelta casuale: Joseph Smith aveva a lungo profetizzato un futuro insediamento tra le tribù native del grande Ovest, e Brigham Young fece di quella visione una missione reale.

Quando finalmente, il 24 luglio 1847, Young e i suoi uomini raggiunsero la valle, le cronache raccontano che si fermò, osservò il panorama e dichiarò:

“Questo è il posto giusto. Avanti tutta!”

Molti Santi degli Ultimi Giorni credono che avesse avuto una visione precedente di Ensign Peak, e alcuni resoconti circolati tra i membri suggeriscono che Joseph Smith gli avesse mostrato il luogo in una visione.

Come ha osservato lo storico Ronald Esplin, l’esodo dei Santi fu al tempo stesso una fuga dalle persecuzioni e un pellegrinaggio ispirato dalla guida dello Spirito.

Il viaggio dei Pionieri: alcune tappe importanti

  • 1846 – L’esodo da Nauvoo: Le minacce crescenti spinsero i dirigenti della Chiesa a consigliare a tutti i membri di abbandonare Nauvoo. L’esodo di massa iniziò nel febbraio 1846. Nel gelo dell’inverno, i Santi attraversarono il Mississippi e si stabilirono temporaneamente nei Winter Quarters, lungo il fiume Missouri.
  • 1847 – La Compagnia d’Avanguardia: Nell’aprile 1847, Brigham Young formò una Compagnia d’Avanguardia per esplorare i sentieri occidentali. Viaggiarono attraverso l’Iowa e le Montagne Rocciose, selezionando il Grande Bacino. Nell’aprile 1847 iniziò la migrazione principale; il 24 luglio 1847, Young vide per la prima volta la valle e la proclamò la nuova patria.
  • 1848–1869 – L’ondata migratoria: Migliaia di fedeli si unirono negli anni successivi. Prima con i carri, poi anche via treno dopo il completamento della ferrovia transcontinentale nel 1869. Entro quella data, si stima che tra i 70.000 e gli 80.000 Santi avessero raggiunto lo Utah.
  • 1856–1860 – I carri a mano: Per permettere anche ai convertiti più poveri, soprattutto quelli provenienti dall’Europa, di unirsi al popolo dei Santi, la Chiesa introdusse le compagnie di carri a mano. Quasi 3.000 pionieri – provenienti da Inghilterra, Scozia, Scandinavia – intrapresero il viaggio spostandosi su carri a due ruote spinti a mano. Le compagnie Willie e Martin colpite da improvvise tempeste invernali, subirono gravi perdite: oltre 200 morti. Nonostante la tragedia,  questo episodio è oggi ricordato come simbolo estremo di fede e sacrificio.

Dalle prime celebrazioni a oggi

La prima celebrazione ufficiale del Pioneer Day avvenne nel 1849, con cannoni, musica, discorsi e un senso di fratellanza che coinvolse anche i Nativi Americani presenti nella valle.

Nel tempo, la ricorrenza si è sviluppata. Il giubileo del 1897 segnò 50 anni dall’arrivo dei pionieri, l’ottenimento dello status di Stato per lo Utah (1896) e il completamento del maestoso Tempio di Salt Lake (1893). Ma non mancarono periodi difficili: durante la Guerra dello Utah, l’occupazione militare federale portò alla sospensione delle celebrazioni pubbliche.

Nel XX secolo, il Pioneer Day si è evoluto, aprendosi anche a storie di altri pionieri, avventurieri e comunità che contribuirono allo sviluppo dell’Ovest. Per molti, è diventata “la festa mormone per eccellenza”.

Come si festeggia il Pioneer Day

  • A Salt Lake City, la parata “Days of ’47” è l’evento clou: carri allegorici, bande musicali, costumi d’epoca e una grande partecipazione popolare.
  • Nelle comunità dei Santi degli Ultimi Giorni, il Pioneer Day è celebrato con commemorazioni storiche, pranzi condivisi, momenti di riflessione spirituale e rievocazioni del viaggio verso ovest. Tra le più sentite, c’è il cosiddetto “trek”, durante il quale i giovani della Chiesa ripercorrono simbolicamente il cammino dei pionieri, trascinando carri a mano proprio come fecero i loro antenati.
  • In altre aree degli Stati Uniti, la giornata assume toni più leggeri: rodei, fuochi d’artificio, picnic, corse e fiere, simili al Quattro Luglio ma con una sfumatura religiosa e storica in più.

Alcuni ricordano con nostalgia i tempi in cui da bambini si vestivano da pionieri e sfilavano con piccoli carri costruiti in casa. Oggi, queste tradizioni stanno sbiadendo tra Gen Z e Millennials, ma rimangono forti nelle zone centrali dello Utah.

Oltre la commemorazione: Il significato spirituale

Pioneer Day

Per i fedeli Santi degli Ultimi Giorni, il Pioneer Day è molto più di una festa storica. È un richiamo possente alla fede dei padri, al sacrificio e al coraggio. Come ha scritto un giovane consigliere giovanile, parlando degli antenati che emigrarono nel 1848:

“Fede, sacrificio, perseveranza di fronte all’impossibile: questa è l’eredità che ci hanno lasciato.”

Il Pioneer Day è un giorno che parla di memoria, fede e identità. Un invito, per credenti e non, a riflettere su cosa significhi davvero cercare un luogo in cui vivere liberi, costruire comunità e tramandare valori. Non è solo la storia di una religione. È la storia – e la lezione – di un popolo che ha creduto in un futuro migliore.

Fonte: La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni