Centinaia di persone si sono riunite per onorare la fede dei primi missionari e pionieri italiani

Dal 1855 al 1856, circa settanta membri de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni migrarono verso lo Utah da un’area delle Alpi italiane conosciuta con il nome di Valli Valdesi. 

Il loro viaggio richiese una grande fede e molti sacrifici, in quanto attraversarono i versanti italiano e francese a bordo di carrozze coperte e slitte, poi l’oceano Atlantico per nave e percorsero gli Stati Uniti su battelli a vapore e carretti a mano.

Giovedì 16 settembre i discendenti dei primi missionari e pionieri italiani della Chiesa si sono riuniti a Bountiful, Utah, per commemorare l’impatto che la forza di questi primi membri della Chiesa ha avuto sulle generazioni successive. 

Alcuni discendenti dei pionieri italiani hanno condiviso le storie dei loro antenati

pionieri italiani
Fonte: thechurchnews.com

Stevie Beus Jr ha raccontato la storia del suo antenato James Beus, che si trasferì negli Stati Uniti quando aveva quindici anni e che successivamente fece grandi sacrifici per tornare in Italia in veste di missionario. 

“Attualmente ci sono migliaia di discendenti Beus a motivo delle decisioni e della fede di pochi”, ha detto. 

“Studiare la vita di queste persone e degli antenati che mi hanno preceduto, i sacrifici che affrontarono affinché potessi vivere qui e conoscere le verità del Vangelo mi ha dato modo di riflettere su ciò che sto facendo con il privilegio che mi è stato dato”.

Anche altri discendenti di questi pionieri italiani hanno raccontato storie di famiglia e allestito delle esposizioni per raccontare le loro storie familiari.  

Natalie Fronk ha raccontato la storia di Susanne Robert ed Elizabeth Rochon, che lei ha definito “una storia come quella di Naomi e Ruth.”

Susanne sposò il padre di Elizabeth prima che la loro famiglia lasciasse l’Italia per lo Utah.

Durante il viaggio il padre di Elizabeth e due dei fratelli morirono, lasciando lei, Susanne e il bambino rimasto da soli quando arrivarono nello Utah. 

Elizabeth non ebbe mai dei figli suoi, ma si prese cura di Susanne e del fratello più piccolo per il resto della sua vita. 

Fronk, che non ha figli, ha detto di rivedersi in Elizabeth e crede che le benedizioni di Dio siano estese a tutti coloro che stringono e mantengono sacre alleanze.

“[Elizabeth Rochon] mi ha insegnato che non è necessario aspettare l’eternità per contribuire ad allevare una posterità retta e rafforzare la nostra famiglia eterna”.

“Prego che possiamo piantare lo stesso seme a beneficio e benedizione dei nostri cari a venire, nel futuro e per l’eternità.”

Anziano LeGrand R. Curtis Jr., Settanta Autorità Generale emerito, che ha servito nella Chiesa come storico e archivista e come giovane missionario e presidente di missione in Italia, si è rivolto ai partecipanti e li ha invitati a riflettere sull’impatto che delle decisioni prese diverse generazioni fa hanno avuto sulla loro vita. 

“Dopo aver ascoltato ciò che abbiamo ascoltato stasera, abbiamo un maggiore apprezzamento per i sacrifici, per la devozione e per la fede di questi meravigliosi pionieri italiani”.

Questo articolo è stato pubblicato su https://www.thechurchnews.com. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo.