Nel Libro di Mormon si percepisce una forte enfasi sui giuramenti e le promesse fatte da vari personaggi.

L’importanza dei giuramenti nel Libro di Mormon

Ad esempio, in 1 Nefi 4, Zoram scopre che il suo padrone, Labano, è in realtà Nefi travestito, e cerca allora di fuggire, ma Nefi

lo trattenne affinché non fuggisse. E avvenne che gli dissi che se avesse dato ascolto alle mie parole, come il Signore vive, e come io vivo… gli avremmo risparmiato la vita. E gli dissi, anche, con un giuramento, che non doveva temere; che sarebbe stato un uomo libero come noi, se fosse venuto nel deserto con noi.” 

Zoram allora

promise che sarebbe sceso nel deserto, da nostro padre. Sì, e ci fece anche un giuramento che da quel momento in poi sarebbe rimasto con noi… e avvenne che quando Zoram ci ebbe fatto un giuramento, i nostri timori a suo riguardo cessarono.” (1 Nefi 4:31-37)

Il valore culturale dei giuramenti nell’antica Israele

Notate come viene usata l’espressione “i nostri” timori: anche Laman e Lemuele avevano sentito Zoram pronunciare quel giuramento, e dissero qualcosa come: “Va bene, è dei nostri.”

Nella nostra cultura attuale, purtroppo, la parola data da qualcuno non ha sempre molto peso. Ma proviamo a capire meglio quale fosse il valore dei giuramenti nell’antica Israele.

Secondo Me Jewish Learning, “i voti e i giuramenti erano considerati questioni di grande importanza nel pensiero ebraico. Infrangerli era espressamente proibito dalla Bibbia. In Numeri 30:3 leggiamo:

Se un uomo fa un voto al Signore o si obbliga con un giuramento, non violerà la sua parola, ma adempirà a tutto ciò che ha promesso.’”

L’International Standard Bible Encyclopedia osserva che, nella comunicazione quotidiana, era comune giurare su ciò che si considerava sacro o importante: si giurava sulla vita dell’interlocutore, sulla vita del re, sulla propria testa, sulla terra, sul cielo, sugli angeli… e così via.

Secondo la McClintock and Strong Biblical Cyclopedia, “il giuramento ritenuto più vincolante era quello che faceva appello all’autorità suprema.”

Per questo motivo, coloro che credevano in Geova invocavano il suo nome con espressioni come: “Il Dio di Abramo sia giudice,” “Com’è vero che il Signore vive,” “Dio mi faccia questo e anche di più,” oppure “Dio lo sa,” e simili.

Il giuramento di Nefi — “Come il Signore vive, e come io vivo” — è esattamente il tipo di formula che ci aspetteremmo di trovare.

Un linguaggio simile si ritrova sia nell’Antico Testamento che in tutto il Libro di Mormon. Per Nefi, venire meno a quel giuramento sarebbe stato impensabile — e Zoram lo capiva bene.

Il significato religioso del giuramento di Nefi

Ma quel giuramento poteva anche avere un’altra funzione: giurare nel nome di Dio rivelava all’interlocutore quale divinità si adorava. Zoram, in realtà, non sapeva chi fosse Nefi.

Ai suoi occhi, era solo uno sconosciuto che lo stava portando via da Gerusalemme — forse per renderlo schiavo in una terra tra i Gentili. Ma poi Nefi, in sostanza, gli dice:

“Tranquillo, adoriamo lo stesso Dio, il Dio d’Israele. Siamo dalla stessa parte. E tu sarai un uomo libero.”

Questo aspetto faceva parte integrante della cultura ebraica antica, e di conseguenza anche della cultura della famiglia di Lehi. Anche dopo la separazione tra Nefiti e Lamaniti, entrambi i popoli continuarono a dare grande importanza ai giuramenti.

Giuramenti nel Libro di Mormon: I giuramenti degli Anti-Nefi-Lehi

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Ora, miei dilettissimi fratelli, giacché Iddio ha tolto le nostre macchie e le nostre spade sono diventate splendenti, allora non macchiamo più le nostre spade con il sangue dei nostri fratelli (Alma 24:12).

In Alma leggiamo di un grande gruppo di Lamaniti che si convertì al Vangelo grazie ai figli di Mosia. Questo gruppo si separò dai Lamaniti e prese il nome di Anti-Nefi-Lehi. Essi riconobbero i loro peccati e

“i molti omicidi che [avevano] commesso”. Così decisero di seppellire le loro armi da guerra, “perché era tutto ciò che potevamo fare per pentirci sufficientemente…” E poi: “…avevano fatto un giuramento che non avrebbero mai più versato sangue.”

Tuttavia, poco dopo aver pronunciato quel giuramento, scoppiò un’altra guerra e la loro nazione ebbe nuovamente bisogno di soldati.

“Ma ecco, mentre stavano per prendere le loro armi di guerra, furono persuasi da Helaman e dai suoi fratelli, perché stavano per infrangere il giuramento che avevano fatto. E Helaman temeva che facendo ciò avrebbero perso la loro anima…”

Helaman era un comandante militare e avrebbe potuto contare sul loro aiuto, ma per proteggerli spiritualmente fu disposto a rischiare persino la distruzione fisica. E poi accadde qualcosa di meraviglioso:

“Ma ecco, avvenne che essi  avevano molti figli, i quali non erano entrati in alleanza di non prendere le loro armi di guerra per difendersi contro i loro nemici; essi si radunarono dunque… e stipularono l’alleanza di combattere per la libertà dei Nefiti, sì, di proteggere il paese fino a deporre la loro vita; sì, fecero anche l’alleanza che non avrebbero mai rinunciato alla loro libertà, ma avrebbero combattutto in ogni caso per proteggere i Nefiti e se stessi dalla schiavitù.”

Ed ecco che emerge questo straordinario contrasto: da una parte i genitori, che avevano commesso gravi peccati e cercavano ora di redimersi, fecero un solenne giuramento dicendo:

“Preferiamo morire piuttosto che versare ancora sangue.” Dall’altra, i loro figli risposero con lo stesso impegno: “Preferiamo morire piuttosto che permettere che sia versato il vostro sangue.” E come sappiamo, non uno solo di quei 2.000 giovani guerrieri perse la vita.

Giuramenti, voti e alleanze nelle Scritture

lo studio quotidiano delle scritture

Giuramenti, voti, alleanze—chiamateli come volete—sono un tema ricorrente nelle Scritture. Ne abbiamo già visti alcuni esempi, ma ce ne sono molti altri. Spesso, quando i Lamaniti o i ladroni di Gadianton venivano sconfitti, i Nefiti si limitavano a dire: “Giura che non lo farai più”, e poi li lasciavano andare.

A noi oggi può sembrare un atteggiamento ingenuo, quasi assurdo. Ma per loro era qualcosa di estremamente serio. 

Ai tempi antichi, i giuramenti avevano un peso enorme, soprattutto quando venivano accompagnati da maledizioni o da vere e proprie invocazioni di vendetta divina (come spiegano McClintock e Strong).

In sostanza, chi giurava si esponeva a una punizione se non avesse mantenuto la parola o fosse stato infedele. Un esempio moderno potrebbe essere dire “Giuro sulla mia vita che farò ‘X’”: in questo caso, la promessa implica che, se non venisse rispettata, si sarebbe disposti a perdere tutto, persino la vita stessa.

Ma per loro queste cose avevano un valore ben più profondo e serio.

Pensate a quando Pietro rinnega Gesù tre volte nel Nuovo Testamento: ogni volta il suo gesto diventa più grave. Prima nega semplicemente di conoscere Gesù (Matteo 26:70), poi giura che è vero (Matteo 26:72), e infine giura accompagnando la promessa con una maledizione (Matteo 26:74).

Oggi tendiamo a pensare che “giurare e maledire” significhi solo usare parolacce o bestemmie, ma probabilmente non è così.

Se si legge la versione NIV della Bibbia (New International Version—una delle traduzioni più diffuse della Bibbia in Inglese), il senso è più chiaro: Pietro, con quel giuramento, stava invocando il nome di Geova per negare di conoscere Gesù — un gesto che rende la cosa ancora più grave e tragica.

Giuramenti nel Libro di Mormon: Perché sono così importanti? è stato scritto da un collaboratore.