Tutti desideriamo una vita piena, felice e significativa. Nel mondo di oggi, molti pensano che per raggiungere questo scopo sia fondamentale trovare il proprio “vero sé”, quell’identità profonda e immutabile che sentono di dover scoprire dentro di sé.

Ma il teologo e studioso della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Terryl Givens, propone una visione diversa, più ampia e liberatoria, offerta dal Vangelo di Gesù Cristo.

“Penso che l’idea del ‘vero sé’ possa essere pericolosa, come se ci fosse un’identità fissa da trovare a tutti i costi,” ha spiegato Terryl in un episodio del podcast Out of the Best Books.

“La teologia dei Santi degli Ultimi Giorni suggerisce invece che la nostra identità è un’opera in divenire: siamo sempre chiamati a scegliere chi vogliamo diventare.”

Scegliere le influenze che ci avvicinano a Cristo

Trova la gioia in Gesù Cristo. Immagine: Video del Libro di Mormon

Terryl cita un principio contenuto in Dottrina e Alleanze, secondo cui possiamo “compiere molte cose di nostra spontanea volontà”, come agenti liberi.

“Il libero arbitrio viene sempre esercitato all’interno di un campo di agenti,” spiega. “Siamo continuamente influenzati da idee, esempi, parole e stimoli.

E siamo soggetti a queste influenze. Gran parte di Dottrina e Alleanze si concentra proprio sull’aiutarci a discernere quali influenze scegliere e a quali essere aperti e reattivi.”

Per illustrare questo concetto, Terryl utilizza l’esempio della musica di Beethoven. Immaginiamo di riconoscere una certa raffinatezza morale ed estetica in chi riesce ad apprezzare profondamente un concerto di Beethoven.

Noi forse non siamo ancora tra queste persone, ma desideriamo diventarlo. Allora cominciamo ad ascoltare di più, a partecipare ai concerti, e ci esponiamo a quelle influenze che possono coltivare in noi una maggiore sensibilità.

Allo stesso modo, nella nostra vita spirituale, possiamo sviluppare la nostra identità come discepoli di Cristo scegliendo consapevolmente ciò che ci conduce a Lui.

“Non si tratta di scavare per scoprire un ‘vero sé’ nascosto,” dice Terryl. “Si tratta di aspirare, in modo consapevole e deliberato, a diventare il tipo di persona che scegliamo di essere.”

Mettere in pratica il libero arbitrio per trovare il “vero sé” come discepoli di Cristo

Queste scelte richiedono fede e, spesso, ci spingono ad agire contro le nostre inclinazioni naturali. Terryl condivide un versetto dei Proverbi che ha profondamente segnato il suo modo di vivere il Vangelo:

“Affida al Signore le tue opere, e i tuoi pensieri saranno saldi.” (Proverbi 16:3)

“Per me è stato un principio fondamentale,” racconta. “Ad esempio, non amo particolarmente svolgere il ministero, sono piuttosto introverso. Ma se scelgo di seguire ciò che è consigliato, allora lascio che sia Dio a lavorare sulla mia disposizione d’animo.

Col tempo, l’apertura agli altri, l’altruismo, la socievolezza diventano parte della mia natura. Questo è il momento in cui la teoria diventa pratica concreta: è il cuore autentico del libero arbitrio nella vita quotidiana del discepolo.”

Questo approccio amplia le possibilità del nostro senso del sé e ci permette di concentrarci sulla nostra identità divina di discepoli di Cristo.

Come ha insegnato il presidente Russell M. Nelson:

“Nessun identificativo dovrebbe rimpiazzare, sostituire o avere la priorità su queste tre definizioni durature: ‘figlia o figlio di Dio’, ‘figlia o figlio dell’alleanza’ e ‘discepola o discepolo di Gesù Cristo’

[…]

Potete starne certi: il vostro potenziale è divino. Se cercherete diligentemente, Dio vi mostrerà degli scorci di chi potreste diventare.”

Questo articolo è stato pubblicato su https://www.ldsliving.com. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo.